RENZI ACCUSATO DI FINANZIAMENTO ILLECITO

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Spese alberghiere, ristoranti, sale e teatri in affitto. E ancora, spese telefoniche, servizi fotografici e riprese video.

Sono i servizi che sarebbero stati pagati dalla Fondazione Open e di cui negli anni avrebbe usufruito Matteo Renzi.
Precisamente dal 2012 al 2018, periodo in cui, secondo le ricostruzioni della Procura di Firenze, la Fondazione avrebbe sborsato in totale, per diversi servizi “fruiti” dall’ex premier, circa 549 mila euro.
2 giorni fa, i magistrati hanno chiuso le indagini nei confronti di Renzi e altri 14.
Secondo i pm, parte delle donazioni volontarie alla Open (3,5 milioni in totale dal 2014 al 2018) sono state utilizzate per “sostenere l’attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana”.
Si parte dunque dal 2014.
358 mila euro spesi da Open per la Leopolda.
496 mila euro per la Leopolda del 2015 di cui
4338 euro per biglietti pagati ad alcuni invitati ammessi a visitare Palazzo Vecchio, Palazzo Strozzi (ingresso mostra ‘Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana’) e 20.666 euro per l’alloggio dello staff di Roma e per le hostess addette al servizio bimbi.
2017
Canone di 7 mila euro al mese,
84 mila euro in totale per l’ufficio di Matteo Renzi a Firenze “era a carico della Fondazione”. Bianchi e Carrai in quell’occasione, secondo i giudici, si “preoccupavano anche di aspetti meramente tecnici, come il mancato funzionamento del riscaldamento, ma anche dell’assistenza lavorativa a Renzi: vennero assunte due dipendenti”.
2018
Renzi viene invitato a Washington in occasione dei 50 anni dell’omicidio di Robert Kennedy.
Viene noleggiato un aereo privato – per i giudici pagato dalla Open –, un “Falcon 900 da 12 posti” per “134.900 euro”.
Sebbene le Leopolde non siano state usufruite solo da Renzi, nell’ordinanza però vi è una tabella con i servizi che invece, secondo i giudici, sarebbero stati usufruiti dal solo ex premier e pagati dalla Fondazione:
548.990 euro in totale dal 2012 al 2018. Scrivono i giudici: “Le voci sono costituite da: editoria, libri, giornali, acquisti di carburante e lubrificanti, spese alberghiere, pedaggi autostradali, biglietteria varia, spese ristoranti, rimborsi spese a piè di lista, locazione di sale, palchi e teatri, spese telefoniche, Internet, noleggi auto, altri costi inerenti (…), servizi fotografici e riprese video, contributi, donazioni ed erogazioni liberali, costi sostenuti in attesa di documentazione, acquisti vari”.

Gregorio Mammì